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Laboratorio 2: Danza nella didattica

Docenti
  Anna Maria D'ANTONA
Istituto / Ciclo
Licenza in Scienze Religiose (Laurea Magistrale in Scienze Religiose) (Scienze Religiose (Laurea Magistrale))
Anno accademico
2017/2018
Codice
SM17x02
Anno di corso
1° Anno
Semestre
1
ECTS
6.0
Ore
24
Lingua in cui viene erogato il corso
Italiano
Modalità di erogazione del corso
Convenzionale
Tipologia di insegnamento
OBBLIGATORIO
Tipologia d'esame / Metodo di valutazione
Prova Orale
SCHEDA PUBBLICATA
Programma

Le danze d’animazione spirituale sono balli che includono musiche provenienti da tutto il mondo e passi coreografici originari sia della danza popolare che di quella classica e moderna: una sintesi di tutto ciò che è ballabile, preferibilmente in cerchio. Alcune danze sono semplici e alla portata di tutti. Altre sono più complesse ed esigono lo studio di vere e proprie coreografie, dove però non sono richieste particolari doti fisiche come nella danza classica, ma solo attenzione e capacità di sostenere ritmi più complessi. I benefici per chi pratica questa forma di movimento sono molteplici: dal punto di vista fisico abbiamo il miglioramento della postura, miglioramento del tono dell’umore e delle relazioni sociali. La persona che danza offre a sé stessa un ampio ventaglio di possibilità aprendosi a nuovi approcci per il proprio quotidiano. La mia attività laboratoriale nasce dall’incontro di due forme principali di tale pratica: la danza ebraica e le danze meditative. Rispetto alla danza ebraica, i filoni più comuni differenziati per musica, provenienza e stile sono: il filone biblico e/o religioso, in cui molte danze si eseguono su canti di Salmi, di altri testi biblici e preghiere (spesso connesso alle feste); il filone yemenita, che prende spunto dalle danze delle comunità di ebrei yemeniti che vivono in Israele o all’estero; il filone sefardita, che nasce dalle comunità discendenti da coloro che abitavano in Spagna prima dell’espulsione del 1492, e che si sono poi stabiliti nei paesi mediterranei; il filone chassidico, che è caratterizzato da una particolare gestualità tipica degli appartenenti a questa corrente mistica dell’ebraismo originaria dell’Est Europa; il filone arabo che si apre al dialogo artistico con la componente non ebrea che vive in Israele; il filone dei pionieri di cui fanno parte le danze create intorno all’anno della formazione dello stato di Israele e tra le quali domina il genere Hora, importato dagli ebrei che abitavano in Romania. Le danze meditative, invece, videro la luce grazie alla creazione originale del coreografo B. Wosien, che nel 1965 ottenne un incarico di insegnante all’università di Marburg, nella scuola speciale di pedagogia, che mantenne fino al 1986, per insegnare le danze in cerchio come strumento per una pedagogia di gruppo. Solitamente vengono danzate usando delle particolari gestualità e movimenti che creano delle forme armoniche molto belle e coinvolgenti. Nelle coreografie, sono spesso usati simboli come la spirale, il labirinto, la ruota, la stella, l’onda. Le musiche utilizzate sono di origine e tipologia diverse: accanto a temi di musica classica, di musica popolare provenienti da paesi come la Lettonia, la Lituania, musiche di ispirazione ebraica e sufi, armena, ungherese e irlandese, vi sono anche musiche rock e moderne. L’elaborazione di danze meditative, prevede anche l’uso di musiche italiane così da poter danzare anche comprendendo appieno i testi. Io stessa per esempio, ho coreografato alcune musiche di Michele Lobaccaro su testi di don Tonino Bello. Il contatto con il livello emotivo è il punto di partenza per la comprensione del linguaggio del proprio «involucro», il tempio in cui l’anima si è incarnata. La danza così fatta è un potente strumento di consapevolezza e di rappresentazione, di comunicazione e di trasformazione, alla ricerca di una maggiore integrazione personale ed interculturale. Fin dall’ascolto delle musiche che provengono dalle più diverse aree geografiche, attraverso tale attività, si entra in contatto con la molteplicità delle culture più diverse e laddove il dialogo sarebbe reso difficile dai differenti idiomi, i movimenti e il linguaggio non verbale delle gestualità rendono possibile l’incontro con l’alterità. E finalmente ciò accade in maniera non esclusivamente razionale, ma esperienziale.

Obiettivo

Le danze come animazione spirituale sono un’espressione artistica alla portata di tutti. Per goderne appieno i benefici (principalmente corporei ed emotivi, ma anche di riordino razionale), non bisogna essere provetti ballerini: tutti possono danzare!

Avvertenze

Lezioni interattive.

Bibliografia

Dijsktra J., Nella Danza sei tu. La spiritualità e la cura nelle danze meditative, Il Segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano 2002; Gambirasio L., con la collaborazione di D’Amico A.L., Danzando s’impara, Erickson, Gardolo 2007; Perlini E. – Zambelli D., Danze e suoni di Israele, Mela Music, Bussolengo 2010; Zocca D., con la collaborazione di Garofalo M. e Vecchio D., Laboratorio danza, Erickson, Gardolo 2004; Bigi Cherubini V., Il Cantico delle Creature di San Francesco, Porziuncola, Assisi 1993; Buber M., I racconti dei Hassidim, Ugo Guanda Editore, Parma 1992; Le Boulch J., Educare con il movimento, Armando, Roma 1999.

Programma
  • Descrizione del corso
  • Contenuti del corso
Obiettivo
  • Obiettivi del corso e risultati di apprendimento attesi.
Avvertenze
  • Metodologie didattiche e attività di apprendimento previste
  • Prerequisiti
  • Calendario o programma del corso (scadenze previste)
  • Criteri disciplinari condivisi (presenza, puntualità, correttezza, ecc.)
  • Metodi e criteri di accertamento del profitto (distribuzione dei parametri di valutazione)
Bibliografia
  • Letture richieste e consigliate.